La libertà non è uno spazio libero, la libertà è PARTECIPAZIONE. Giorgio Gaber

lunedì 7 novembre 2011

Ferrari e Maserati in allarme: e se le perdessimo?


Articolo tratto dal blog del MoVimento 5 Stelle Emilia Romagna:
Alla Ferrari hanno un problema. Non è Fernando Alonso, nè Felipe Massa, ma neppure si chiama Red Bull o McLaren. Si chiama Sergio Marchionne e contratto-Pomigliano. Ferrari fa parte del gruppo FIAT e l’AD abruzzo-canadese vuole imporre quel modello di lavoro anche per il Cavallino Rampante e il Tridente della Maserati, che ha gli stabilimenti a Maranello e Modena.
Oggi una delegazione di lavoratori è venuta negli uffici del Movimento 5 Stelle in Regione per esporre il caso e cercare assieme una soluzione.
La prima cosa che possiamo fare è allertare l’Assessore competente e portare il caso alla ribalta. Martedì mattina durante il question time in Aula porteremo all’attenzione della Giunta il caso degli stabilimenti Ferrari e Maserati di Maranello e Modena: fra il pubblico ci sarà anche una rappresentativa dei lavoratori. Lo scambio di idee avuto oggi è stato proficuo. La situazione è molto confusa e la mancanza di chiarezza è proprio uno dei problemi. Le uniche comunicazioni ufficiali che sono arrivate in fabbrica dicono che il modello contrattuale di Pomigliano d’Arco sarà applicato anche a Maranello. Com’è possibile applicare un contratto spacciato per adatto ad un’azienda in crisi ad una realtà invece molto florida? (Si perché i numeri dicono che la Ferrari produce tra le 7 e le 10 mila vetture all’anno, nel terzo trimestre 2011 l’azienda ha registrato un margine -risultato operativo su vendite - del 16,6%, mentre quello della Fiat è stato dell’1,3%; l’azienda nell’ultimo triennio ha assunto 160 persone su un organico di 3000 circa.) Crediamo che, se come pare il piano di Sergio Marchionne è produrre le nuove Maserati in un segmento di mercato B e C nello stabilimento di Grugliasco (Piemonte) e arrivare a 50.000 unità l’anno, allora l’Amministratore Delegato dovrebbe prendere in considerazione l’idea di lasciare la produzione dei modelli elitari della gamma negli stabilimenti modenesi. Non c’è Ferrari, non c’è Maserati senza Maranello, senza Modena. Il legame col territorio e il know-how dei dipendenti è fondamentale per un prodotto della qualità che l’acquirente si aspetta. Ora chiediamo alla Regione come intenda muoversi per tutelare la dignità dei lavoratori, i posti di lavoro e tutto l’indotto che questi grandi marchi generano per l’Emilia-Romagna. Le Istituzioni hanno investito in questi stabilimenti nel corso degli anni, non lasciamo che vengano sviliti così.

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